L'angolo del Don

Che figli di Don Bosco in Valtellina !!!

 

Che figli di Don Bosco in Valtellina !!!

Perché si festeggiano gli anniversari? Perché ricordare persone e avvenimenti del passato? Cosa possono dire ancora oggi volti e parole dette tanti anni fa?  Ci sono persone che nella storia e nella vita di parecchie persone hanno lasciato un segno importante che dura ancora oggi e perderlo significherebbe non dare importanza a parole e gesti che hanno portato contributi importanti e significativi che portano frutti abbondanti ancora oggi. Don Bosco in Valtellina ha lasciato il segno tramite uomini e donne che affascinati dal santo dei giovani hanno voluto donare la loro esistenza per la loro salvezza. Un figlio di questa generosa terra dal punto di vista vocazionale è stato Don Egidio Viganò che la Provvidenza ha chiamato ad essere 7° successore di don Bosco dal 1977 al 1995. Per rendergli omaggio abbiamo avuto in dono la visita di don Angel Artime 10°, successore di don Bosco e Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana, accompagnato da don Stefano Martoglio, suo vicario, don Stefano Vanoli segretario del Consiglio Generale e dal signor Ilario Seo, salesiano coadiutore in rappresentanza del Dicastero della Comunicazione Sociale. Come comunità abbiamo avuto la gioia di condividere la sua presenza e di ascoltare la sua parola e di vivere momenti di fraternità e di condivisione intensi. Sono stati due giorni belli e intensi dove chi ha potuto avvicinare e parlare con don Angel ha percepito la sua paternità e disponibilità ad incontrare le persone, soprattutto i giovani che lo hanno aspettato dopo aver preparato il cortile per la messa di domenica 26 luglio. Nelle sue parole ha voluto ricordare don Egidio come persona attenta ai segni dei tempi, che ha saputo leggere e interpretare nei vari momenti e incarichi che gli sono stati affidati a servizio della Chiesa e della Congregazione Salesiana. Don Angel ha voluto ricordare don Egidio come persona che ha sempre detto di si alla volontà di Dio. Ha proseguito citando il suo slancio missionario che ha caratterizzato la vita del suo predecessore. Esperienza, quella in Cile, nata del tutto casualmente, per uno scambio di persona. Tuttavia, il suo carattere forte e risoluto non gli ha impedito di sottrarsi alla missione affidatogli e partì alla volta dell’America del Sud. «Il suo cuore missionario è stato grande: dall’esperienza in Cile ha appreso come fare per poter sviluppare il “progetto Africa”, che ha dato i frutti all’intera congregazione». Nell’omelia partendo dalla rete gettata nel mare don Angel ha affermato che «Don Egidio ha intuito il valore e l’immagine della rete gettata, ha visto l’opportunità di non tenere la congregazione confinata, ma di lanciarla verso più lontani orizzonti per essere segno dell’amore di Dio per i giovani». S’è poi rivolto ai giovani, tanto amati da don Viganò negli anni del suo ministero. «Come lui anche io negli anni ho imparato che i giovani hanno un cuore grande, la cui chiave si trova all’interno: il cuore si apre quando si sente colpito da amorevolezza e tenerezza».

Ringraziamo la Provvidenza che ci ha dato in don Egidio un autentico figlio di don Bosco, ringraziamo don Angel che con la sua presenza ci ha ricordato l’amore attuale e vivo di don Bosco per i giovani. Chiediamo l’intercessione del santo dei giovani perché ancora oggi ci siano giovani che donandosi totalmente al Padre di tutti e ai fratelli sappiano essere testimoni gioiosi che in Dio possediamo ogni bene per essere onesti cittadini, buoni cristiani e felici abitatori del cielo.

 Don Luca 

San Rocco, 26 luglio 2020 

 


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