L'angolo del Don

Don Bosco, un amico su cui contare … sempre!

 

Don Bosco, un amico su cui contare … sempre!

L’articolo 1 delle Costituzioni Salesiane dice: “con senso di umile gratitudine crediamo che la Società di San Francesco di Sales è nata non da solo progetto umano, ma per iniziativa di Dio. Per contribuire alla salvezza della gioventù, “questa porzione la più delicata e la più preziosa dell’umana società”, lo Spirito Santo suscitò con l’intervento materno di Maria, San Giovanni Bosco.” Queste parole dicono in maniera chiara che il santo dei giovani è un dono che Dio ha voluto fare alla Chiesa e al mondo. Navigando su facebook il 31 gennaio, giorno in cui si ricorda la sua nascita al cielo, mi sono stupito in bene, e con soddisfazione ho ringraziato Dio per i messaggi, le foto, le frasi e i ricordi che tanti hanno voluto postare per ricordare il Padre, Maestro e Amico della gioventù.

In tutte le case salesiane del mondo, il mese di gennaio è dedicato a ricordare, celebrare, pregare e invocare colui che ha saputo ridare speranza e vita a tanti giovani del suo tempo, e anche oggi. Vengono proposte iniziative di gioco, teatro, preghiera, confronto sui temei educativi, feste dove si condivide il famoso pane e salame, la tipica merenda salesiana. Anche a Sondrio lo abbiamo festeggiato, e mi accorgo sempre più come tanta gente lo consideri un santo importante per la propria vita, da invocare per i figli, da pregare per avere consiglio e forza, da leggere e meditare provando a imitarlo, da rivolgersi come intercessore presso Dio. Come salesiano mi fa molto piacere, perché il popolo di Dio sa riconoscere dove c’è una santità facile, non banale, da imitare. Per questo cerco sempre più di conoscere, studiare, capire per essere degno figlio di tanto padre. I giorni prima della festa sono carichi di tante emozioni e commozione, ma anche di fatica perché le cose da preparare sono tante, la gente che si vuole coinvolgere anche: si cerca di fare in modo che don Bosco abbia una parola per tutti, un suggerimento per chi si rivolge a lui. Fuori dall’ oratorio di San Rocco campeggia una gigantografia del suo volto che sorride; mi fermo spesso a guardarlo e so di essere guardato, mi accorgo di essere amato, sento il cuore in pace e scopro che i problemi e le difficoltà si possono affrontare in maniera diversa, nuova e creativa. Quanta gente è passata da San Rocco in quei giorni, fermandosi in silenzio al suo altare, accendendo una candela, prendendo un’immagine e recitando una preghiera: durante le confessioni ho sperimentato quanto può fare la grazia di Dio per chi si affida (il sistema educativo si poggia su Confessione ed Eucaristia). Nel raccontare ai bambini e ai ragazzi fatti della sua vita vedevo occhi brillare di gioia, di chi sa di avere una Amico vero su cui contare; ai giovani, nel narrare la sua vocazione nata con il sogno dei nove anni, di come ha saputo rispondere alla Provvidenza che gli chiedeva di essere forte, umile e robusto, di consolidare la sua talare perché tanti giovani si sarebbero appesi trovando vita e speranza. Ai genitori che possono contare su un metodo educativo valido e moderno, il Sistema Preventivo che mette al centro il ragazzo e la sua crescita, aiutando chi lo educa a sperimentare che educare è cosa del cuore. E’ bello scoprire che la simpatia di don Bosco contagia, perché “ha inventato” un modo per diventare santi: allegria, impegno e preghiera formando buoni cristiani ed onesti cittadini, santi e sante da altare e non. A chi gli chiedeva di stare con lui, don Bosco prometteva tre cose: pane, lavoro e paradiso: pane tanto, lavoro non manca, per il paradiso ci stiamo organizzando; perché ne sono sicuro che un pezzo di paradiso aggiusta veramente tutto … anche nella bella Valtellina.

Don Luca Castelli SdB

San Rocco, 31 gennaio 2020

 


< Torna alla lista